Inbound-marketing

inbound-marketing

Inbound-marketing significato

L’inbound-marketing, letteralmente marketing in entrata, è un’articolata strategia per attrarre, convertire e fidelizzare la propria nicchia di clienti attraverso un percorso strutturato che tiene conto dei loro bisogni, problemi, abitudini.

I concetti chiave alla base di questo approccio, e di cui terremo conto in questo articolo, sono:

  • Target clienti specifico
  • Osservazione, ricerca e metodo
  • Contenuti di valore

L’inbound marketing, innanzitutto, non si rivolge alla massa ma ad un preciso target di potenziali clienti che l’azienda ha precedentemente individuato, dedicando del tempo a studiarne esigenze, abitudini, linguaggio, comportamenti e segmentando questo target in sottocategorie per scavare ancor più in profondità.

A cosa serve tutto questo studio? Ad entrare in connessione col proprio pubblico e orientare la comunicazione verso quelli che sono i loro interessi e bisogni, rispondendo con contenuti utili e di qualità, che hanno un valore per quelle persone.

L’inbound-marketing, infatti, parte dall’assunto che le persone oggi sono stanche di essere bombardate da messaggi pubblicitari. Vogliono essere ascoltate e capite. Ecco perché questa strategia dà tanto peso ai contenuti.

Nel marketing inbound, l’azienda mira a diventare un punto di riferimento; una realtà autorevole che vale la pena ascoltare e che, in modo naturale e trasparente, riesce ad attrarre clienti instaurando un rapporto di fiducia.
Una visione moderna completamente diversa da quella più tradizionale dell’outbound marketing.

target audience

Inbound e outbound marketing

Che differenza c’è tra inbound e outbound marketing? Ebbene, si tratta di due strategie molto diverse tra loro, non solo per gli strumenti di cui si avvalgono ed il tipo messaggio che veicolano, ma soprattutto per l’approccio. È l’intera visione del rapporto azienda-cliente ad essere diversa.

L’outbound marketing cerca di raggiungere i clienti attraverso annunci pubblicitari invasivi, come: spot tv e radio; telemarketing; pop-up; annunci; pubblicità su YouTube; volantini pubblicitari e cartellonistica.

Ma non è tanto il canale a distinguere l’outbound marketing dall’inbound marketing ma il modo in cui questi canali vengono usati.

Le attività outbound irrompono nella vita delle persone, tentando forzatamente di ottenere la loro attenzione, incuranti dei loro bisogni o esigenze.
È un tipo di marketing, inoltre, che si rivolge indistintamente alla massa, non ad un pubblico ben delineato e tutto questo fa oggi dell’outbound marketing una strategia superata, che stride con le nuove abitudini dei consumatori. Oggi, infatti, le persone sono:

  • Consapevoli: si rendono conto di come funziona la pubblicità e dei meccanismi su cui fa leva.
  • Autonome: con l’avvento di internet, le persone hanno imparato a cercare autonomamente le risposte ai loro bisogni. Non subiscono più passivamente, ma sanno perfettamente come e dove cercare.
  • Desiderano esperienze personalizzate. Grazie alla consapevolezza acquisita, le persone oggi non vogliono più sentirsi un numero e non gradiscono messaggi generalizzati, anzi premiano le aziende che dimostrano di conoscere davvero i loro problemi e che parlano loro con trasparenza e coinvolgimento.

Insomma, le persone sono sature di messaggi commerciali che interrompono fastidiosamente le loro attività senza chiedere il permesso. Al contrario, vogliono essere padroni del loro tempo, ascoltare solamente chi ha qualcosa di interessante da dirgli. Non sanno che farsene di messaggi urlati alla tv o da telefonate ed e-mail invadenti inviate senza il loro consenso (tant’è che sono nati i filtri antispam o i vari servizi per bloccare le telefonate indesiderate).

L’outbound marketing, salvo alcune eccezioni, oggi presenta quindi gravi lacune che finiscono per produrre l’effetto contrario di quello desiderato, allontanando cioè potenziali clienti. 
Altra pecca di questa strategia è la difficoltà a tracciare i risultati e misurare il ROI.

outbound marketing

L’inbound marketing, come abbiamo già anticipato, si fonda invece sulla conoscenza del target e struttura una comunicazione mirata e circoscritta offrendo valore, cioè qualcosa che interessa davvero quel pubblico. Ne consegue un traffico qualificato, con lead di alta qualità, che sono quelli che hanno più probabilità di acquistare proprio perché interessati.

Riassumendo: l’outbound marketing non chiede il permesso, fa irruzione nella vita delle persone, senza presentarsi o domandarsi cosa desidera realmente il pubblico. È il caso delle aziende che parlano di sé e dei loro prodotti/servizi sperando così di attirare l’attenzione.
Nella strategia inbound, al contrario, l’azienda prima ascolta e poi parla al potenziale cliente e, poiché lo conosce molto bene, gli dice cose che lo interessano davvero.

inbound e outbound marketing

Rapporto tra inbound-marketing e content marketing

Ma, come funziona l’inbound marketing? Cosa deve fare nel concreto un’azienda per porsi con autorevolezza alla propria target audience e far sì che questa, spontaneamente, come naturale conseguenza, entri in contatto e in sintonia con essa?

Attraverso, innanzitutto, contenuti ad hoc come articoli di blog, video, podcast e infografiche (in una parola sola: content marketing) che rispondono alle loro domande o problematiche. Contenuti educativi, coinvolgenti, utili, informativi che, con trasparenza e senza inutili giri di parole, aiutano il potenziale cliente a risolvere un problema.

Un esempio di fantasia:

L’azienda X produce farine per celiaci. Il suo pubblico ha un problema: riuscire a ottenere preparazioni culinarie, come torte e pizze, con le farine gluten free.

Caliamoci nei panni di una persona che ha scoperto da poco di essere affetta da questa patologia e che si ritrova a dover riorganizzare il suo stile di vita alimentare. Ora, con le farine prive di glutine, le ricette che prima seguiva non danno gli stessi risultati. Questo causa anche uno spreco di ingredienti e di tempo. Quello che gli servirebbe è una guida che gli insegni ad utilizzare al meglio queste farine particolari e diverse.

Se l’azienda X, empaticamente comprende il problema, potrebbe creare una guida che sarà un vero e proprio faro nella vita del suo potenziale cliente, il quale molto probabilmente sceglierà questa azienda in mezzo a tante altre proprio per il valore offerto, per aver parlato a lei, al suo problema cercando di risolverlo non solo attraverso un prodotto (le farine) ma con quel “qualcosa in più” inatteso che però fa tutta la differenza, influenzando il processo di acquisto ma anche la percezione del brand e il senso di fiducia verso di esso.

Che questa guida sia cartacea o venga prodotta sotto forma di pdf da scaricare, come articolo sul blog aziendale, come serie di consigli inviati tramite newsletter, come video, webinar, podcast non ha importanza (se non quella di individuare il canale più utilizzato da quel target).

Non è lo strumento a distinguere l’outbound marketing dall’inbound marketing ma l’utilizzo che se ne fa.

Creo un video per parlare di me, della mia azienda, dei miei prodotti? Allora sto mettendo in campo una strategia di tipo outbound. Uso, invece, il video come strumento per rispondere alle domande e ai problemi del mio potenziale cliente, senza urlare quello che faccio e che vendo? Allora questo è inbound marketing.

Un tipo di approccio, quest’ultimo, che si muove con più cautela e che non ha fretta di andare subito al punto, ma che si prende del tempo per intercettare e comprendere i problemi degli utenti, proponendo delle possibili soluzioni con dei contenuti utili e gratuiti. Solamente in un secondo momento, e sempre con le dovute accortezze, propone il prodotto/servizio. E non è finita qui perché, conclusa la vendita, ci si prende ancora cura del cliente acquisito per fidelizzarlo nel tempo. Insomma, si segue esattamente il percorso suggerito dal funnel marketing.

inbound marketing funnel

Strategia inbound marketing e strumenti

Nonostante non sono gli strumenti di comunicazione a fare la differenza tra i due approcci, vorrei ugualmente sintetizzare quelli che solitamente vengono utilizzati nella strategia inbound marketing, ognuno con varie sfaccettature di utilizzo a seconda della fase del funnel in cui viene usato.

Facciamo prima un passo indietro, ricollegandoci proprio a questo concetto.

L’inbound marketing funnel prevede che un utente sconosciuto compia un percorso preciso (fatto ad imbuto) prima di acquistare.

Le persone, infatti, difficilmente acquistano subito dopo essere atterrati su un e-commerce o dopo aver visto un annuncio. Hanno bisogno di più tempo; ecco perché, come dicevo qualche riga fa, l’inbound marketing è un approccio più lento, più calcolato e ragionato.

L’inbound-marketing segue l’utente in tutte le azioni e micro-azioni che lo conducono all’acquisto ed oltre (fidelizzazione) e che sono: attrarre-convertire-chiudere-deliziare.

Ognuno di questi step si avvale di alcuni strumenti, in gran parte digitali. Scopriamoli, finalmente:

1)Attrarre

 In questa prima fase si cerca di portare utenti sconosciuti (ma profilati!) ad entrare in contatto con la propria azienda. Gli strumenti qui coinvolti sono:

  • Sito web: per far conoscere l’azienda e i suoi prodotti/servizi. Il sito web è un importante biglietto da visita (e non solo); per questo è importante sia piacevole e veloce da navigare, e che abbia altre caratteristiche che ne fanno un alleato vincente nella vendita.
  • Blog: il blog aziendale è un’ottima soluzione per proporre contenuti utili e consigli sotto forma di articoli.
  • Social media: attraverso i post si può coinvolgere, ispirare l’utente e stimolarlo ad entrare a fare parte della communityIn questo caso ci riferiamo ai post organici, che le persone decidono di seguire spontaneamente, e non degli annunci che, specie se non pertinenti ai loro gusti e interessi, interrompono fastidiosamente le loro attività sui social.
  • SEO: attrarre significa anche sapere quali parole chiave gli utenti usano online per cercare prodotti e servizi come quelli che l’azienda propone. Tramite la SEO o annunci Google Ads pertinenti si fa in modo di farsi trovare facilmente online.

2)Convertire

Convertire significa, in questo caso, trasformare i visitatori che abbiamo appena attratto, in contatti (lead). Qui entrano in campo:

  • Content marketing.  Tutti quei contenuti utili e gratuiti come guide, podcast, webinar, tutorial (lead magnet) che si possono mettere a disposizione degli utenti in cambio dei loro contatti, per costruire una lista di utenti interessati al brand e per tenersi in relazione con loro. Attenzione: il contenuto non dev’essere solamente gratuito ma anche e soprattutto di qualità.
  • Landing page.  Anche questo strumento è utile per ottenere i dati del potenziale cliente, tramite la compilazione di un form di contatto. In questo caso potrebbe lasciare la sua e-mail per iscriversi alla newsletter o per ottenere una demo, un codice sconto o altro ancora, a seconda dell’azienda e dei suoi servizi.

3)Chiudere

Nella fase di “chiusura”, cioè di trasformazione dei lead in clienti, si fa uso soprattutto del flusso di e-mail, inviate in modo automatizzato e che servono a mantenere l’utente costantemente aggiornato. Si deve far in modo che egli non perda l’interesse, continuando a inviargli materiale come consigli, ma anche qualche offerta o incentivo personalizzati che lo spingano all’acquisto.

4)Deliziare

Ultimo step: deliziare. Come anticipato, il funnel non termina con la vendita ma ha come obiettivo ultimo la fidelizzazione e magari anche a far sì che questi clienti ripetitivi diventino dei sostenitori del brand, consigliandolo ad amici e conoscenti.

E come si fa a deliziare? Anche qui col l’invio di newsletter e offerte personalizzate in base ai loro gusti e abitudini (segmentazione del pubblico); sconti per il compleanno o altre occasioni speciali, attività sui social media, nonché offrire un eccellente servizio clienti e inviando sondaggi e questionari di gradimento per ottimizzare le proprie attività.

marketing inbound

Due importanti osservazioni:

-Ogni strumento digitale può essere misurato, monitorando alcuni KPI (indicatori chiave di prestazione). Grazie a queste preziose informazioni si può aggiustare e migliorare la strategia inbound in ogni momento.

-La richiesta del consenso. Come abbiamo detto, l’inbound marketing non è “invadente” ma si fonda sulla libertà e il rispetto dell’utente. Perciò bisogna chiedere sempre il suo consenso quando si iscrive alle newsletter, compila un form o scarica materiale e dare la possibilità in ogni momento di disiscriversi dalla lista di contatti.

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Vantaggi dell’inbound-marketing

Quali sono i vantaggi di una strategia di inbound marketing? Innanzitutto, aiuta ad aumentare il traffico al sito, la lead generation, le vendite e la fiducia del cliente nei confronti del brand. Cos’altro?

  • È misurabile, anche in tempo reale. C’è un’enormità di dati che si possono ricavare da ogni canale impiegato nella strategia: dalle visite al sito, il tempo di permanenza, i lead acquisiti, il numero follower, ma anche il valore medio dell’ordine ecc.
    Grazie a software specifici e CRM si possono raccogliere dati sulle attività di marketing svolte, stilando report dettagliati.
  • Miglior rapporto costi-benefici. L’inbound-marketing gode di un alto ROI (Return On Investment) che permette di misurare il rendimento economico delle azioni di marketing messe in campo. Proprio grazie al meticoloso percorso predisposto per indirizzare gli utenti all’acquisto (e alla selezione della propria nicchia di potenziali clienti) gli effetti saranno più tangibili rispetto a un’azione di outbound marketing (es. spot tv) dove non c’è possibilità di capire quanti e quali clienti essa generi.
  • Strategia solida e a lungo termine, perché si fonda sulla target audience e sottogruppi specifici di clienti, con una diversificazione del messaggio e dei canali all’interno del funnel di vendita. Anche la divisione del budget è studiata ad hoc.

 

agenzia inbound marketing

Costi

È molto difficile definire quale strategia sia economicamente più vantaggiosa perché dipende da tante variabili e anche perché, come abbiamo detto, l’outbound marketing fornisce pochi dati circa l’esito delle sue campagne. Quindi, quello che certamente possiamo affermare è che l’inbound marketing è più facile da monitorare in termini di risultati e di controllo della spesa.

Marketing inbound: conclusioni

È vero, l’inbound marketing si rivolge ad un pubblico molto più ridotto rispetto a quello generalista dell’outbound marketing ed è un approccio molto più articolato e globale, che prevede l’analisi di diversi parametri come le buyer persona, i funnel di conversione, il percorso di acquisizione dei lead, le interazioni sui social, le domande e le ricerche che gli utenti fanno online ed altri ancora.

Ma, a fronte tutto questo lavoro, si ottiene una panoramica molto ampia che consente di muoversi agevolmente e con più sicurezza anche grazie ai risultati misurabili, ma soprattutto di ottenere buoni risultati anche in termini di fidelizzazione. E lo sappiamo, è più vantaggioso avere clienti ripetitivi rispetto alla continua ricerca di nuovi. Inoltre, una volta impostata la strategia, seguono degli automatismi replicabili nel tempo.

Per cogliere la portata dell’inbound-marketing è necessario abbandonare vecchi schemi e concezioni. L’inbound marketing non è certo una novità assoluta ma capita ancor oggi che molte aziende fraintendono e, pur utilizzando i più moderni canali digitali, mantengono la mentalità tipica dell’outbound marketing.  Lo voglio ripetere per un’ultima volta: non è il canale che fa la differenza; non basta essere presenti su Instagram, ad esempio, e utilizzare questo strumento come fosse una televisione dove sparare senza criterio la propria pubblicità.

La vendita dura, a freddo, non funziona più da tempo ormai. Per un marketing efficace è necessario conoscere ed esplorare nuovi strumenti ma soprattutto prendersi del tempo per ragionare. Tutto questo richiede senz’altro tempo ma se le cose vengono pianificate per bene seguiranno risultati duraturi, premiati dalla fedeltà dei propri clienti nel tempo.

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User-experience

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Cos’è la User experience

User-experience significa, letteralmente, esperienza dell’utente. Chiamata anche con l’acronimo UX, si riferisce al modo in cui le persone interagiscono con un sito web. In poche parole, se vi navigano facilmente e con piacere, trovando risposte alle loro domande/bisogni o se, al contrario, non rimangono piacevolmente colpite.

User-experience: l’utente al centro

Come suggerisce la parola “user-experience”, l’utente ha un’importanza centrale nel successo di un sito web; è l’elemento cardine attorno al quale ruota tutto il web marketing. Dalla sua soddisfazione traggono vantaggio, oltre l’utente stesso, anche:

  • Il proprietario del sito. Quando l’utente atterra sul sito web avviene un primo contatto con l’azienda e con i suoi servizi/prodotti. Se l’esperienza di navigazione è positiva, cresce la possibilità per l’azienda di acquisire un nuovo cliente.
  •  Google. Il grande motore di ricerca regge tutta la sua attività proprio sul rapporto tra domanda e risposta che avviene online, facendo incontrare i bisogni delle persone alle risposte che forniscono i siti web. Se l’utente, attraverso Google, trova esattamente quello che stava cercando e senza difficoltà, continuerà ad usare con soddisfazione Google.

È facile dedurre che se l’utente non naviga volentieri su un sito web, ci saranno ripercussioni negative per il sito stesso e anche per Google.
Ecco perché tutto gira attorno all’esperienza e alla soddisfazione dell’utente.

Come ora vedremo, sono molti i fattori che incidono sulla user-experience e comprendono sia aspetti tecnici e strutturali, sia estetici ed emozionali.

Elementi della user-experience

I fattori responsabili di una buona user-experience sono stati descritti da Peter Morville (pioniere nel campo dell’architettura dell’informazione e dell’esperienza utente) che li ha rappresentati in un grafico a forma di favo (UX honeycomb). Scopriamoli:

  1. Useful: prima di tutto, i contenuti di un sito devono essere “utili” per l’utente e rispondere a un suo bisogno.
  2. Usable: facilità di utilizzo e navigazione senza intoppi, da qualsiasi dispositivo. Fondamentale quindi curare il responsive web design.
  3. Desirable: design e grafiche emozionali: il sito non dev’essere soltanto semplice ma anche gradevole alla vista.
  4. Findable: i contenuti devono essere trovabili quando l’utente svolge una ricerca in rete, allineati quindi con la SEO.
  5. Accessible: i contenuti devono essere fruibili anche dalle persone con disabilità.
  6. Credible: il sito web deve ispirare un senso di fiducia e credibilità negli utenti.
  7. Valuable: nell’insieme tutti questi aspetti devono fornire valore e un’esperienza memorabile.
ux honeycomb

Cos’è la User Interface

Il concetto di user interface (UI) o interfaccia utente si sovrappone spesso a quello di user-experience, quasi fossero sinonimi ma non è così.

L’interfaccia utente, infatti, riguarda il layout grafico di un sito web, ovvero tutto quello che riguarda il design e l’aspetto visivo. Ovviamente, una pagina web attraente e stimolante ha il suo peso nell’esperienza utente perché, soprattutto sul web, la prima impressione è la più importante.
Quindi, potremmo dire che l’UI incide sull’UX ma non sono la stessa cosa.

Una buona UI non punta solamente ad effetti estetici (“Che bel sito”) ma anche a mettere in risalto gli elementi più importanti per il fruitore del sito, accompagnandolo e facilitandolo nella navigazione. Per far questo, chi progetta siti web deve prestare attenzione a:

  • Utilizzare font e colori adatti e gradevoli
  • Favorire la leggibilità delle pagine web disponendo testi, immagini e video con un preciso criterio. Il testo, ad esempio, deve essere facile da leggere, quindi organizzato in paragrafi, con le frasi più importanti evidenziate in grassetto e le liste inserite a punti elenco.
  • Disporre nei punti giusti del sito gli elementi con cui l’utente interagisce: pulsanti, campi di inserimento testo (es.form).
  • Tener conto dello scopo del sito e dell’azienda: ogni elemento visivo deve rimanere coerente alla sua brand identity.

Consiglio anche la lettura di questo articolo che riporta alcune interessanti statistiche  sull’esperienza utente.

Tratto dall'articolo di sweor.com

Perché UX e UI sono importanti

Per capire l’importanza della user-experience e della user-interface, partiamo da quello che è lo scopo di un sito web per un’azienda: far conoscere il proprio prodotto o servizio a potenziali clienti.
Per raggiungere questo obiettivo, il sito deve distinguersi da quelli dei suoi competitor e mirare a diventare il più rilevante e autorevole per quell’argomento/nicchia di persone. Essendo il web molto affollato (in certi settori persino saturo), lo sforzo di un sito web è quello di emergere fra tutti gli altri.

Come abbiamo visto, quello che un utente desidera è trovare rapidamente e senza sforzo la soluzione al suo bisogno o problema su un sito veloce e facile da navigare. Senza complicazioni e senza perdere tempo.

UX e UI lavorano in questa direzione e non è tutto: hanno effetti anche sulla SEO poiché la UX è entrata a far parte dei fattori di ranking di Google.
Oggi, curare la user experience è indispensabile per finire in cima alla lista dei risultati della SERP, laddove si soffermano gli utenti.

Concludendo, possiamo dire che un buon sito web (ovvero utile, che converte) tiene conto sia dei contenuti, che costituiscono le risposte alle ricerche degli utenti, sia del design e dell’accessibilità. 
Queste sono le due facce della stessa medaglia, che insieme influiscono sulla user experience e sulla SEO, rendendo possibile ricevere maggiori interazioni e conversioni.

Migliora la user-experience del tuo sito web

Landing page cos’è

landing page cos'è

Landing page significato

Cos’è una landing page e cosa significa questo termine inglese?
Landing page significa, letteralmente, “pagina di atterraggio”. Si tratta, molto brevemente, di una pagina web dove far arrivare gli utenti per invitarli a compiere una precisa azione.

Che differenza c'è tra sito web e landing page?

 Una pagina di atterraggio, anche se apparentemente non sembra, è molto diversa dalle normali pagine di un sito web. Ciò che la distingue è soprattutto l’obiettivo: le pagine di un sito  servono a presentare un’azienda e i suoi servizi in maniera “generica”. Le landing page, invece, hanno un obiettivo di conversione molto specifico; inoltre:

– Sono destinate ad un pubblico attentamente profilato.
– Vengono strutturate con logiche diverse da quelle pensate per l’homepage e le altre pagine ( “servizi”, “prodotti”, “chi siamo” ecc.).
– Non vi si accede dal sito web, ma in altri modi che ora vedremo.

Una landing page non si trova nel menu di navigazione del sito web ma vi si accede, solitamente, da un annuncio pubblicitario. Questa è un’altra delle caratteristiche che la rende speciale, diversa dalle altre pagine.

A cosa serve una landing page?

Questo tipo di pagina è utile in due casi:
1- Quando si vogliono raccogliere le e-mail degli utenti per fare successivamente e-mail marketing.

2- Per vendere un prodotto/servizio direttamente online. Nelle paragrafo che segue ti spiegherò la differenza tra queste due tipologie.

Squeeze page e Sale page

Ora che abbiamo risposto alla domanda “landing page cos’è?”, entriamo più nel dettaglio per scoprire tutti gli aspetti di questo fantastico strumento di conversione. Come abbiamo appena visto, esistono due motivi che portano a creare una landing page.

– La squeeze page è una pagina creata con lo scopo di raccogliere i dati degli utenti (fondamentalmente il nome e l’indirizzo e-mail) per poter in seguito inviargli offerte, novità, promozioni ecc. Insomma, per avviare tutte quelle azioni di e-mail marketing utili a instaurare una relazione con l’utente e condurlo poi, gradualmente, all’acquisto (o a mettersi in contatto con l’azienda).

Questo tipo di landing page è utilizzato per avvicinarsi agli utenti che ancora non conoscono bene un’azienda e i suoi servizi, e che vanno quindi “scaldati” prima di invitarli a un’azione più impegnativa (acquisto).

Come trattato nell’articolo Funnel di vendita, le persone prima di acquistare beni o servizi compiono un vero e proprio percorso a tappe, rappresentate nella seguente immagine.

funnel di vendita

Tornando alla squeeze page, come si fa ad ottenere l’indirizzo e-mail degli utenti? Offrendo in cambio un contenuto utile e interessante (sconto, e-book gratuito, consulenza gratuita, campione omaggio, demo gratuita ecc.). Insomma, qualsiasi incentivo che lo faccia proseguire nel suo “viaggio”.

– Le sale page, invece, puntano direttamente alla vendita. Sono pagine destinate ad un pubblico più “maturo”, che ha le idee chiare e che conosce già l’azienda/prodotti e che ha manifestato in precedenza interesse nei suoi confronti ed è quindi più propenso e pronto a convertire.

Le sale page sono molto utilizzate dalle aziende che danno la possibilità di acquistare direttamente online (es.e-commerce) ma, come vedremo, ne possono beneficiare anche aziende e professionisti che trattano servizi anziché prodotti.

Vuoi promuovere un prodotto o servizio con una landing page?

L’importanza dell'intento di ricerca

Indipendentemente dal tipo di landing page che si vuole creare, è necessario conoscere l’intento di ricerca degli utenti. Da qui parte la strutturazione della pagina.

Ma, cos’è l’intento di ricerca? È l’obiettivo che ha un utente quando fa una ricerca online. È quello che si aspetta di trovare in risposta ai suoi bisogni, dubbi o desideri.

Esempio:

Gianni ha smesso di fumare e vuole premiarsi con un trattamento di sbiancamento dentale. Non conoscendo nessun professionista in zona che offra questa prestazione, va su Google e digita: “sbiancamento dentale a Torino”. Cosa si aspetta che Google “risponda”?

Gianni spera che il motore di ricerca gli fornisca informazioni su quali dentisti in zona si occupano di sbiancamento dentale. Questo è il suo intento di ricerca. Questo è quello che si aspetta.

 Dall’altra parte, per lo studio dentistico “Dentibelli”, esperto in questo tipo di trattamento, è fondamentale conoscere l’intento di ricerca di utenti come Gianni. È sull’intento di ricerca che si costruisce una landing page.

Questo banale esempio serve anche a chiarire due aspetti:

  1. Non solo le aziende possono beneficiare di landing page, ma anche professionisti;
  2. L’obiettivo di conversione di una landing page non deve per forza essere la vendita diretta sul sito, ma si può adattare ai bisogni di ciascuno. Nel caso del nostro studio dentistico, l’obiettivo di conversione è quello di essere contattati per fissare un appuntamento.

Cerchiamo ora di capire meglio il legame tra intento di ricerca e landing page. Come detto all’inizio di quest’articolo, le landing page sono pagine molto specifiche, che vogliono rispondere ad un preciso bisogno dell’utente.

Lo studio dentistico “Dentibelli” ha un sito web dove presenta tutti i suoi servizi, ma questo potrebbe non bastare a convincere Gianni a prendere un appuntamento. Perché Gianni non sta cercando un dentista qualunque, bensì uno specializzato in sbiancamento denti.
Per questo motivo, se lo studio dentistico in questione vuole attirare persone come Gianni, farà bene a creare una landing page ad hoc su quel particolare argomento.

landing page efficace

Come promuovere una landing page?

In che modo far approdare un utente su una landing page?

Come ormai avrai capito, una landing page è una pagina di approfondimento e, sebbene vi si può accedere anche attraverso i risultati organici, il più delle volte è l’estensione di un annuncio pubblicitario.

1 – Annunci Google.

Tra i metodi più utilizzati per portare gli utenti a una landing page ci sono gli annunci “Search” e quelli “Display” di Google.

Come dicevamo nell’articolo “Tipi di campagne Google Ads”, le campagne “search” sono le più diffuse e consistono in annunci testuali che compaiono nella pagina dei risultati di Google quando un utente utilizza determinate keyword nella sua ricerca.

Gli annunci dovranno essere configurati intercettando proprio quelle keyword (ricordi l’importanza di conoscere l’intento di ricerca degli utenti?), assicurandosi che l’utente, una volta cliccato sull’annuncio e atterrato sulla landing page, trovi la risposta alla sua domanda.

2 – Annunci pubblicitari sui Social media

È possibile fare conoscere al pubblico una landing page anche attraverso le campagne sponsorizzate su Facebook. Anche qui non va trascurata la prima fase di analisi: bisogna scegliere accuratamente il pubblico.

Le landing page, ripetiamolo, sono pagine che rispondono in modo preciso a uno specifico bisogno. Pertanto, il pubblico di destinazione sarà molto circoscritto.

Se, ad esempio, sto pubblicizzando nella mia landing page un innovativo sterilizzatore per biberon, non mi rivolgerò ad un pubblico generico (uomini e donne di tutte le età) ma sarà meglio selezionare:

  • Un pubblico femminile;
  • di una certa fascia di età (25-35 anni);
  • che mostra interesse verso pagine che parlano di maternità per essere sicuro di avvicinarmi al mio target ( le neomamme).

L’esempio è molto approssimativo; in realtà quando si costruisce una campagna ci sono molti altri parametri selezionabili, ma può essere utile a ribadire il fatto che più circoscrivo il mio pubblico e più probabilità ho di far vedere il mio annuncio a persone realmente interessate al prodotto.

Tante volte si pensa, erroneamente, che un annuncio mostrato a un pubblico molto ampio porti ad una maggior visibilità. In realtà, se l’obiettivo è convertire, questo comportamento non serve a nulla, anzi porta a uno spreco di denaro. Quello che serve è il pubblico “giusto”, i cui bisogni sono perfettamente in linea con le soluzioni proposte.

3 – E-mail marketing

Anche l’ e-mail marketing è un eccellente strumento per far conoscere una landing page e il suo contenuto. In questo caso poi, il processo di “raffinazione” del pubblico è già avvenuto: ci stiamo, infatti, rivolgendo a utenti che conoscono l’azienda e che, in passato, ci avevano lasciato il loro indirizzo e-mail.

Un pubblico più “reattivo” quindi, che potrebbe essere già vicino alla conversione.

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Come si costruisce una landing page?

Quest’ultimo paragrafo è dedicato all’aspetto più tecnico, ovvero come costruire una landing page. Anche se le squeeze page e le sale page differiscono in alcuni aspetti, ci sono molti punti in comune. Possiamo dire che il ragionamento alla base della loro costruzione è il medesimo.

Bene, scopriamo allora cosa deve contenere una landing page.

1 – Come prima cosa, la pagina deve essere in linea con l’annuncio pubblicitario su cui l’utente ha cliccato; egli deve capire di cosa si sta parlando appena atterra sulla pagina. Quindi tutti gli elementi dell’intestazione ( titolo, testo e immagini ) devono essere accattivanti ma soprattutto esplicativi. Il layout dev’essere professionale, con il logo aziendale ben in evidenza e gli altri elementi grafici disposti secondo certe logiche.

2 – Nella descrizione del prodotto/servizio che si sta pubblicizzando è importante elencare i benefici per l’utente. Non si tratta di esporre le caratteristiche del prodotto; ma di spiegare perché può essere utile alla persona; che problema risolve, che miglioramento offre.
Sia che si tratti di un benefit (squeeze page) che di un prodotto/servizio (sale page), va offerto un vantaggio reale, un incentivo molto chiaro e che nessun competitor offre.
Differenziarsi e lavorare sull’unicità della propria proposta è uno dei punti salienti nella realizzazione di landing page.

3 – Il pulsante call to action (es.“scarica gratis”; “iscriviti; “acquista” ecc.) è quello che porta alla conversione. Pertanto, il suo messaggio deve essere breve e chiaro e il pulsante ben visibile, con colori in contrasto con il resto della pagina. Infine, dev’essere l’unico elemento cliccabile di tutta la pagina. Come ti dicevo, nelle landing page non c’è un menu, e nemmeno dei link; nessun elemento di distrazione. L’obiettivo, infatti, è di non far uscire l’utente dalla pagina.

Un concetto che spesso si applica alle call to action è quello di scarcity. Si tratta di rendere l’offerta imperdibile agli occhi dell’utente, facendo leva sul fatto che essa sia limitata (nel tempo o nella disponibilità). In questo caso, le call to action saranno affiancate da diciture come “ultimi posti disponibili”, “offerta valida fino al…”.

Un centro estetico che promuove attraverso una landing page il trattamento viso scontato al 50%, potrebbe ottenere diversi risultati a seconda che usi l’una o l’altra di queste call to action:

  • Sconto 50% prenota
  • Sconto 50% prenota ora, l’offerta scade domani!

Il fatto che l’offerta abbia una scadenza aumenta il desiderio di ottenere quello sconto, e può essere la spinta all’acquisto. Il senso di “urgenza”, infatti, elimina eventuali dubbi e porta l’utente ad appropriarsi in fretta di quel vantaggio, senza rimandare.

Amazon insegna...

4 – Semplificare le procedure di conversione. È fondamentale rendere la vita facile al visitatore della pagina. Ciò significa che, una volta che ha cliccato sul pulsante call to action, le successive procedure (di iscrizione o di acquisto) devono essere semplici, chiare e portare alla conversione nel minor numero di passaggi possibile.

5- Le testimonianze. Le opinioni di altre persone sono utilissime ad abolire lo scetticismo, la paura e i dubbi dei nuovi clienti. Quindi, se ci sono recensioni, inseriamole nella pagina!

esempio di landing page

A questo punto, la landing page è completa di tutti i suoi elementi. Il pulsante di conversione può essere ripetuto anche alla fine della pagina, dopo le recensioni.

Un’ultima accortezza: realizzare una “thank you page” che si apra una volta che l’utente ha convertito. Si tratta di una finestrella che appare per ringraziare l’utente per l’azione compiuta. Ma non ha solamente questa finalità; serve anche a tracciare le conversioni.

Dopo tutto l’impegno per creare correttamente la landing page, infatti, bisogna capire se porta dei risultati. Come? Analizzando il tasso di conversione, ovvero il rapporto tra il numero di visite (utenti entrati nella pagina) e il numero di conversioni (vendite o altro).

Se su 100 visite, 10 persone mi lasciano la mail (o acquistano prodotto), il tasso di conversione sarà del 10%.

Non esiste un valore preciso che indichi se il tasso di conversione è alto o basso. I dati vanno contestualizzati e soprattutto monitorati, perché una landing page può essere continuamente ottimizzata.

Landing page esempio

Prima di arrivare alla conclusione di questo articolo “Landing page, cos’è”, voglio mostrarti un esempio di landing page,  creata dalla nostra web agency per raccontare e promuovere un prodotto dedicato alle strutture ricettive: iconcierge.eu. Potrai ritrovare la struttura e le varie accortezze di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente

Conclusioni: perché creare una landing page se ho già un sito web?

In conclusione, voglio sottolineare ancora una volta la peculiarità di una landing page rispetto ad altre pagine web.

Una landing page è in grado di rispondere ad un’unica, precisa domanda posta dall’utente. Per questo motivo, la conversione avverrà in maniera più fluida, facile e naturale.

Molto spesso vedo annunci pubblicitari che si collegano alla home page del sito. In questi casi è davvero difficile che le persone convertano, perché si trovano su una pagina molto generica che si ramifica e porta ad altre pagine.

Come sappiamo, le persone in rete sono distratte e cercano risposte veloci; non vogliono navigare in tutto il sito per trovare la risposta ai loro bisogni. Ecco, quindi, che il miglior sistema per rendere una campagna efficace è collegarla ad una landing page creata ad hoc e che risponde a quello specifico bisogno.

Creare una landing page è, passami il termine, “un’arte”: ogni elemento dev’essere pensato e curato nei dettagli. Se ben impostata, una landing page è uno strumento di conversione molto potente.

Vuoi promuovere un prodotto o un servizio con una landing page?

Siti web e/o web marketing?

siti-o-web-marketing

In questo articolo ho il piacere di raccontare brevemente come lavoriamo quando ci viene richiesta la realizzazione di un sito web per una struttura ricettiva. Insomma, il nostro approccio e la nostra filosofia di fronte la richiesta di “ricevere più prenotazioni dirette tramite il sito internet”.

Partiamo da una considerazione: i siti web non sono tutti uguali; non esiste una formula da applicare indistintamente a tutti i tipi di aziende. Un sito e-commerce avrà esigenze diverse da quello di un’azienda locale, il sito web di uno studio medico verrà concepito secondo logiche diverse rispetto il sito di un ristorante e così via.

Ogni tipologia di attività ha il suo obiettivo ed è proprio intorno ad esso che noi cuciamo il sito web. Le strutture ricettive hanno come obiettivo principale quello di vendere camere in maniera diretta; senza, cioè, dipendere dalle OTA o altri intermediari. Tutto il nostro lavoro di web agency è orientato in questa direzione.

Chiariamo subito che, per raggiungere questo scopo, non esiste un “sito web magico”: nessun sito è in grado di ricevere prenotazioni dirette da solo, ma dev’essere supportato da specifiche attività di marketing (che portino traffico al sito web). Nelle prossime righe scopriremo, attraverso degli esempi, perché le due attività (sito e web marketing) non devono essere pensate come due cose separate.

Certo, ci sono molte cose che si possono e si dovrebbero fare per rendere un sito web uno strumento di conversione ; anzi è indispensabile che sia performante e che guidi l’utente verso la prenotazione in pochi click.

Un sito, infatti, può essere bello, creativo, ricco di immagini, ma una delle cose più importanti, è che sia facilmente fruibile. L’estetica ha la sua importanza ma non deve interferire con l’“usabilità” del sito stesso. Credere di distinguersi dai competitor e ricevere più prenotazioni con un sito web ricco di “effetti speciali” è un grosso errore.

Se l’utente non capisce dove cliccare per prenotare perché bombardato da distrazioni, come pop-up o elementi che rallentano e confondono, abbandonerà la navigazione e preferirà prenotare da booking.com, dove trova più chiarezza e facilità d’utilizzo. 

Fatta questa breve premessa sull’importanza di un sito web chiaro e performante vediamo, attraverso degli esempi, il rapporto tra sito web e attività di web marketing.

Esempio 1:

Cinzia, un’albergatrice stanca di dipendere dalle OTA, decide di investire in un sito web bello ma anche veloce, moderno e con tutte le migliori qualità che possano favorire le prenotazioni dirette sul sito. Non sa, perché chi le ha realizzato il sito non gliel’ha spiegato, che questo non basterà al raggiungimento del suo obiettivo. Lo strabiliante sito nuovo di zecca è destinato a ricevere poche visite, e di conseguenza poche prenotazioni. Se il sito non viene trovato dagli utenti online, è come se non esistesse. La soluzione è definire un piano di web marketing per portare traffico al  sito, come vedremo più avanti.

Esempio 2:

Un altro albergatore, Antonio, ha investito parecchi soldi in campagne pubblicitarie per far approdare le persone sul sito web della sua struttura e farle prenotare da lì. Questa strategia ha in parte funzionato: le persone sono entrate nel sito ma, con la stessa facilità, sono anche uscite. Questo perché, una volta atterrate sul sito web, hanno riscontrato delle problematiche:

  • Il sito è lento a caricare
  • Caotico, non si capisce dove cliccare per prenotare
  • Le immagini sono di scarsa qualità
  • La descrizione delle camere è approssimativa
  • La descrizione e i prezzi dei servizi sono poco chiari

Questi esempi, sebbene molto semplici, fanno capire che sito web e attività di web marketing vanno a braccetto, e non possono essere pensate separatamente se si vuole creare una solida strategia di disintermediazione dalle OTA.

“Le performance di un sito web per hotel si misurano in prenotazioni dirette”

Ora, però, voglio raccontarti come la nostra web agency si attiva di fronte la richiesta
di un albergatore nella realizzazione di un sito web
e di come lo accompagniamo
verso il raggiungimento dei suoi obiettivi di vendita.

Un sito web che converte

La nostra web agency, trovandosi nel territorio altamente turistico del Lago di Garda, ha acquisito negli anni competenze specifiche nella realizzazione di siti web & marketing turistico.
Ecco brevemente come interveniamo e la nostra metodologia di lavoro:

Briefing iniziale
Facciamo un’analisi con il cliente per capire le caratteristiche della sua struttura; cosa la distingue dai competitor; i servizi su cui vuole puntare e, soprattutto, il suo "cliente-tipo".
Elaborazione strategia
Sulla base del brief, elaboriamo una proposta strategica per raggiungere gli obiettivi del cliente. Pensiamo a come realizzare il sito web della struttura, e quali strumenti di web marketing utilizzare, ideando campagne pubblicitarie ad hoc.
Raccolta materiale
Occorrono foto, video e testi per la realizzazione del sito. Se il cliente non riesce a fornire questo materiale, possiamo occuparcene noi con i nostri copywriter, grafici, fotografi e videomaker.
Creazione pagine e grafica
Dopo aver raccolto i contenuti, creiamo le pagine del sito web rendendole chiare e facili da fruire per gli utenti. Grazie ai graphic designer, inoltre, rendiamo il sito accattivante e coerente con l’immagine dell’hotel.
Test
La prima bozza del sito viene fatta in un “ambiente test”, dove sarà possibile valutare lo stato di avanzamento dei lavori, ed apportare le necessarie modifiche. Inoltre si verifica che il sito web funzioni su tutti i browser.
Versione mobile e responsive
Un sito web oggi deve poter essere visibile su qualsiasi dispositivo mobile (smartphone & tablet ). Per fare questo, si utilizzano delle tecniche per adattare i contenuti alle dimensioni dei vari display.
Pubblicazione
Una volta approvata la versione test, il sito viene messo online definitivamente.
Web marketing
A questo punto si lavora sulla pubblicità, attivando campagne sponsorizzate per portare traffico al sito web e renderlo così un potente strumento di conversione, in grado di generare prenotazioni dirette.

Come vedi, l’ultimo (ma non per importanza) step è quello della promozione, indispensabile a portare le persone al sito web. Oggi esistono molti strumenti di marketing che permettono di farsi conoscere facilmente dagli utenti, ovunque essi si trovino. Nel nostro lavoro ci serviamo principalmente di:

Campagne Google Ads

Utili per promuovere un sito web in maniera immediata, inserendo annunci a pagamento all’interno delle pagine di ricerca di Google.

Social Media Marketing

Serve sia a comunicare con le persone attraverso i Social Media (come Facebook, e Instagram,) consolidando così la propria brand reputation, sia per creare campagne sponsorizzate mirate a precisi gruppi di persone.

E-mail marketing 

Infine, non dimentichiamo l’importanza delle e-mail sia per comunicare in modo diretto e veloce con i clienti, ma soprattutto come lo strumento per fidelizzare i propri ospiti con l’invio, ad esempio, di offerte personalizzate.

Riassumendo:

  • Il sito web da solo (ossia senza supporto di attività di web marketing) per quanto ben concepito non riceverà visite…e quindi potenziali prenotazioni.
  • Attività di web marketing da sole (che però portano ad un sito lento, caotico ecc. ) saranno insufficienti per raggiungere l’obiettivo di vendita; come abbiamo visto, l’utente uscirà dal sito e… addio prenotazione!
  • Sito web (ben costruito) & attività di marketing incluse in un unico piano strategico
    significa portare molte visite al sito; il quale, grazie alla sua facilità d’uso per l’utente, genererà più prenotazioni

“C’è sempre un piano strategico alla base del successo”.

Quando incontriamo i nostri clienti, esploriamo anche altri dettagli, al fine di rendere le attività di marketing più efficaci. Ad esempio, cerchiamo di capire bene il loro cliente-tipo per andare a colpire in modo mirato quegli utenti e non disperdere risorse. 

Concentrarsi sul proprio target aiuta anche a confezionare offerte e promozioni specifiche davvero allettanti e quindi capaci di condurre le persone alla prenotazione. Con questo articolo spero di averti dato utili spunti di riflessione per la tua attività. 

Se vuoi approfondire l’argomento noi siamo pronti ad ascoltarti e a rispondere ai tuoi dubbi. 

Vuoi ricevere più prenotazioni dirette con un sito web che converte?

Indicizzazione sito web

Indicizzazione sito web

Quando viene realizzato un sito web, è importante lavorare anche sulla sua visibilità, rendendolo  facilmente “trovabile” dagli utenti.

Un sito web in cima alla lista dei risultati di Google (motore di ricerca utilizzato dal 90% delle persone) riceverà, infatti, un sacco di visite; moltiplicando conseguentemente le possibilità di conversione (= vendita nel caso di un e-commerce, prenotazione nel caso di un hotel e così via).

Insomma, per essere trovati online non è sufficiente avere un sito web, ma esso
va sostenuto e promosso da
strategie di marketing. Le strategie per la promozione di siti web possono essere a pagamento (SEA) e non (SEO).

Come vedremo in quest’articolo, SEA e SEO non differiscono fra loro solamente per questo criterio di natura economica; ma anche per altri aspetti (tempi di realizzazione e di ottenimento dei risultati). Prima di presentare le loro differenze, però, facciamo chiarezza su questi termini.

  • SEA, sta per Search Engine Advertising e consiste nella creazione di annunci a
    pagamento sui motori di ricerca per pubblicizzare le pagine di siti web.
    Lo strumento più utilizzato è Google Ads, con gli annunci “Search”.
  • SEO, Search Engine Optimization, è un insieme di tecniche che intervengono
    direttamente sul sito web
    , migliorandone alcuni aspetti (i fattori di ranking quali parole chiave, struttura, contenuti, link, tag e altri) utili ai fini di posizionamento sui motori di ricerca.

Se poi vogliamo divertirci ancora un po’ con gli acronimi, possiamo aggiungere che:

SEO e SEA fanno entrambi parte del SEM (Search Engine Marketing) che, appunto, è l’insieme di tutte le attività di marketing che migliorano la visibilità di un sito web nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca.

Voglio precisare che non c’è una tecnica migliore dell’altra ma tutto dipende dagli obiettivi, dal tempo e dal budget a disposizione, e non è detto che le due strategie non possano coesistere. 

Ora vedremo di fare chiarezza su i pro e i contro di SEO e SEA.

Hai bisogno di aumentare la visibilità del tuo sito web?

Caratteristiche SEO

Come abbiamo accennato prima, la SEO è un insieme di tecniche per costruire un sito
web in grado di attirare visite in modo naturale; senza, cioè, ricorrere ad annunci a pagamento. La SEO intercetta le domande degli utenti (query) e interviene realizzando contenuti utili e pertinenti.

Questo tipo di lavoro, incentrato sul dare le risposte agli utenti, viene premiato dagli utenti stessi ma anche da Google, che aumenta la visibilità di quei contenuti all’interno delle pagine di ricerca.

Anche se uno degli aspetti più noti della SEO è la ricerca e lo studio delle migliori keywords (le parole chiave che utilizzano gli utenti nelle loro ricerche online) , ci sono tantissimi altri aspetti soggetti ad ottimizzazione, come:

  • La struttura del sito e del menu di navigazione
  • I contenuti testuali
  • I link interni al sito e i backlink (link provenienti da siti esterni)
  • L’usabilità del sito
  • L’accessibilità delle informazioni
  • Le immagini e video
  • La user experience

Ciascuno di questi fattori contribuisce a migliorare il posizionamento del sito all’interno delle pagine di ricerca di Google. 

sea e seo

PRO della SEO

  • Il sito compare nei risultati di ricerca gratuitamente: ossia, con il posizionamento organico non si pagano i click ricevuti. Se un utente, nelle sue ricerche, trova il tuo sito web e ci clicca sopra, non ti viene addebitata alcuna spesa, poiché il sito è stato posizionato in maniera “naturale”. 
  • Risultati stabili nel tempo: una volta raggiunto un buon posizionamento del sito tramite la SEO, questa visibilità sarà stabile nel tempo mantenendo i risultati nel lungo periodo. Lungo periodo non significa, però, “per sempre”: saranno, infatti, necessari attività di monitoraggio e aggiustamenti nel tempo poiché gli algoritmi di Google sono in continua evoluzione.
  • Migliora l’autorevolezza dell’azienda/brand: secondo alcune analisi, gli utenti si fidano molto di più dei risultati naturali rispetto agli annunci. Sembra, infatti, che i risultati organici vengano cliccati 8.5 volte in più degli annunci a pagamento. Questo probabilmente perché le persone hanno imparato ad individuare gli spazi pubblicitari e li ignorano, reputandoli meno attendibili.

CONTRO della SEO

  • Ci vuole tempo per vedere i risultati: per applicare le strategie SEO serve tempo, così come vedere i risultati. Per chi ha fretta o deve promuovere un sito in un preciso periodo (pensiamo alla necessità di mostrare una landing page con l’offerta last minute di un servizio o prodotto, oppure la promozione di un evento imminente) la Seo non è la strada
    giusta.
  • Il posizionamento non è assicurato: le attività SEO sono talmente complesse e dipendono da così tanti fattori che non è possibile garantire il miglior posizionamento organico. Bisogna far fronte, ad esempio, ai tantissimi competitor, magari presenti sul web da più tempo.

Hai bisogno di aumentare la visibilità del tuo sito web?

Caratteristiche SEA 

Come dicevamo, la SEA è a pagamento: le campagne pubblicitarie Google Ads, infatti, sono in modalità Pay-per-Click (PPC): si paga una determinata cifra per ogni click che gli utenti fanno sull’ annuncio. 

Per rendere una campagna Ads davvero efficace sono necessarie delle operazioni
quali: scelta del target, analisi, sviluppo e monitoraggio della campagna per ottenere il massimo ROI (Return on Investment), ovvero ottenere i miglior risultato con il minimo investimento.

Insomma: le campagne Google Ads sono sicuramente meno complicate da predisporre rispetto gli interventi SEO, ma non funzionano in maniera completamente automatica; in altre parole non è sufficiente pagare e lasciare che Google Ads faccia da sé, ma vanno predisposte e monitorate da personale competente.

google

PRO della SEA

  • Risultati immediati: una volta impostata la campagna pubblicitaria, l’annuncio comparirà subito nei risultati di ricerca. E questo è il punto forte di Google Ads, ideale per le nuove aziende che devono farsi conoscere o per i siti web freschi di realizzazione e che desiderano traffico immediato.
  • Scelta del budget: con Ads si ha il pieno controllo del budget: le campagne, infatti, hanno un costo variabile e si può decidere liberamente il costo di ogni click. Certo, bisogna fare attenzione a non scegliere budget troppo bassi, altrimenti non si comparirà tra i primi annunci.
  • Modificare gli annunci in tempo reale: uno dei vantaggi di Google Ads è la possibilità di monitorare costantemente l’andamento delle campagne pubblicitarie e, di conseguenza, migliorarle strada facendo intercettando il pubblico più adatto.

CONTRO della SEA

  • Visibilità sempre legata al budget: quando il budget giornaliero impostato è terminato, il sito web smette di comparire tra i risultati di ricerca.
  • Alta competitività: Se si ha a disposizione un budget ridotto, si rischia di rimanere sopraffatti dai competitor che investono di più.

Riassumendo, potremo dire che la SEO è un vero e proprio investimento per chi desidera dare una visibilità stabile al sito e non dipendere dai costi per click. Inoltre è preferibile se si vuole migliorare la percezione del brand e rendere più autorevole l’azienda. In ogni caso va bene solo per chi non ha fretta.

Viceversa, la SEA- e quindi Google Ads – va bene per promuovere velocemente un sito e portare traffico immediato senza troppe preoccupazioni per il domani.

Hai bisogno di aumentare la visibilità del tuo sito web?