Lead magnet

lead magnet

Lead magnet cosa significa

Con il termine inglese lead, nel mondo del marketing, ci riferisce ad un potenziale cliente. Mentre magnet significa calamita. 

Nel concreto, un lead magnet è un contenuto gratuito che viene offerto al potenziale cliente in cambio dei suoi dati, principalmente l’indirizzo e-mail.

Ti stai forse chiedendo perché un’azienda dovrebbe raccogliere gli indirizzi di posta elettronica di questi possibili clienti (nel gergo tecnico, fare lead generation)?

Beh, se hai un’azienda o sei un professionista che vende servizi e ti stai facendo questa domanda, ti consiglio di leggere il nostro articolo dedicato all’e-mail marketing.

Se vogliamo però concentrare la risposta qui in poche righe, possiamo dire che acquisire i contatti di potenziali clienti serve a:

-far conoscere l’azienda, i suoi prodotti e servizi;
-comunicare ed imprimersi nella loro mente;
-mostrarsi competenti in materia e quindi credibili e degni di fiducia;
-riservare offerte speciali per aumentare la fidelizzazione. 

Insomma, non cose da poco per un brand!

Cosa c’è di magnetico?

Abbiamo appena visto l’importanza per un brand di acquisire nuovi contatti ed accrescere la propria mailing list. 

Ora vediamo come si fa nella pratica, concentrandoci sulla cosa più importante di un lead magnet: il suo magnetismo, la sua capacità attrattiva.
Ci vuole una calamita potente per attirare nuovi contatti.

Un semplice sconto in cambio dell’indirizzo e-mail non è la strada migliore da percorrere. Lo so, sembra la più facile e rapida ma ti assicuro che non è quella più giusta.

Come abbiamo ribadito più volte, ad esempio nell’articolo di brand strategy o in quello sul tone of voice, ogni brand ha un suo pubblico specifico che deve conoscere a menadito. 
Se l’azienda ha chiaro chi è il suo destinatario saprà anche a cosa è interessato, che bisogni ha e quindi cosa gradirebbe come omaggio. 

È come quando si tratta di fare un regalo ad un amico stretto che conosciamo dall’infanzia: non è la stessa cosa che doverlo fare ad un nuovo amico, poco più che conoscente. Nel primo caso andremmo a colpo sicuro, certi di soddisfare i suoi gusti, mentre nel secondo caso rischieremmo di sbagliare regalo.

Persone diverse, gusti e bisogni diversi.

Nel nostro caso, se l’azienda non confeziona un buon magnete (omaggio) non riceverà in cambio il tanto agognato indirizzo email.

Ad esempio, un e-commerce che vende scarpe in pelle potrebbe invitare a scaricare una guida pdf con suggerimenti utili per la pulizia e la manutenzione di questo delicato materiale.

Quindi, fondamentale che il magnete sia di qualità per il nostro pubblico. Più siamo specifici e  confezioniamo l’omaggio ad hoc pensando alla nostra target audience e più avremo la possibilità non solo di ricevere tanti nuovi contatti, ma contatti “buoni”, cioè di persone realmente interessate, più vicine al brand.

Questa scrematura è parte del processo di lead generation. Non si punta mai ad un pubblico generico e massivo ma alla propria sfera, solamente al pubblico interessato. Il resto è perdita di tempo ed energie.

Riassumendo, un buon lead magnet è:

  • Specifico
  • Di valore
  • Gratuito
calamita

Dove inserire il lead magnet?

Se parliamo di marketing online, la risposta più ovvia è: sul sito web, magari attivando una finestra  pop-up, oppure creando una pagina web specifica per l’acquisizione di contatti, chiamata in gergo tecnico squeeze page.

La squeeze page è una speciale landing page (pagina di atterraggio) creata apposta per invitare l’utente a scaricare il contenuto omaggio. È il “luogo” dove avviene lo scambio omaggio-contatto.

Le squeeze page solitamente vengono promosse attraverso campagne pubblicitarie sui social. Entrambi gli strumenti (pagina e relative campagne) vanno costruite mettendo in luce il chiaro vantaggio per l’utente.

Modulo acquisizione contatti di una nostra squeeze page e relativa campagna pubblicitaria su Facebook. 

Hai bisogno di acquisire nuovi contatti per la tua attività?

Consigli per un buon lead magnet

Veniamo ora a qualche consiglio in pillole per creare un lead magnet di successo:

Offri qualcosa che i tuoi competitor non offrono. Cura bene la tua offerta, dev’essere percepita come rara, utile e introvabile altrove (proprio come dovrebbe figurarsi il tuo brand nella mente del tuo target).

Fai una promessa…e mantienila: conosci il tuo target, i suoi bisogni o problemi. Quindi scegli un suo problema-tipo e, attraverso il lead magnet, aiutalo a risolverlo. Ma solo in parte: non vorrai regalargli tutto vero?
Ricorda, infatti, che il magnete è un “assaggio”; serve ad attirare l’utente verso il tuo brand ma la fase successiva dev’essere l’acquisto.

-Curare la grafica: l’occhio vuole la sua parte. Sì a grafiche accattivanti e in linea con la brand identity. 

Esempi di calamite

I lead magnet più utilizzati sono:

  • Corso, video corso, webinar: ideali per chi offre servizi, possono essere spediti a puntate o in un unica soluzione e, nel caso dei webinar, seguiti in diretta.
  • Check list precompilata es. “La lista delle cose da mettere in valigia”; un’idea per un hotel o un’agenzia di viaggi.
  • Demo gratuita,  ideale per prodotti come software o app.
  • E-book versione pdf scaricabile o estratto di un libro più lungo.
  • Gadget o campioni gratis per chi vende prodotti
  • Coupon sconto o spedizione gratuita per gli e-commerce
  • Catalogo prodotti
  • Guide, itinerari o mappe gpx
  • Test o quiz
  • Template
  • Catalogo prodotti
  • Guide, itinerari o mappe gpx

Lead magnet e Gdpr

Una volta acquisiti i lead, bisogna ottenere il loro consenso per proseguire con le comunicazioni. Per non incorrere in sanzioni da parte del Garante della privacy per un utilizzo inopportuno delle liste di contatti, è bene ricordarsi di applicare alcune regole.

Quando si invita l’utente a scaricare l’omaggio, si deve inserire un campo dedicato al consenso al trattamento dei dati. 

Questa casella non può essere preflaggata e se l’utente non clicca sulla casellina il download del lead magnet non si avvia.

L’utente può quindi decidere se dare o meno il consenso, ma senza di esso non potrà accedere alla risorsa gratuita.

Il GDPR prevede che il consenso al marketing, per essere valido deve essere:

  • Specifico: serve un consenso specifico per ogni finalità per cui e dati personali vengono trattati.
  • Libero, ovvero non condizionato.
  • Revocabile in ogni momento. Deve essere sempre presente la pagina di disiscrizione ogni volta che si invia una comunicazione.
La materia del trattamento dati è in continuo aggiornamento, ma è importante essere sempre ben informati prima di iniziare una campagna di lead generation ed assicurarsi di rispondere a tutti i requisiti necessari. 

Vuoi creare una campagna di lead generation?

SEO marketing

seo e fattori di ranking

SEO marketing: cos’è

Con questo articolo facciamo un pò di chiarezza sul complesso mondo del SEO marketing e sull’ottimizzazione di una pagina web sui motori di ricerca. Andiamo con ordine: innanzitutto cosa significa SEO? 

SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization, ovvero “ottimizzazione per i motori di ricerca”, ed è una branca del web marketing che ha come obiettivo finale quello di migliorare il posizionamento (ranking) di un sito o di una pagina web nella SERP (la pagina dei risultati del motore di ricerca).
Quando parliamo di motori di ricerca, ci riferiamo principalmente a Google: il più utilizzato al mondo. Parte del lavoro dei SEO specialist, infatti, riguarda lo studio dell’algoritmo di Google e dei suoi continui aggiornamenti.

seo marketing

I fattori di ranking che Google considera sono moltissimi (si stima siano circa 200) e appartengono a diverse macro aree:

  • Dominio
  • Pagina
  • Sito
  • Backlink
  • Interazione degli utenti
  • Regole speciali dell’algoritmo di Google
  • Segnali del brand (es.pagine Social media)
  • Fattori di spam e penalizzazioni

Ognuna di queste voci si dirama in altre “sottocategorie”. Ad esempio, quando un SEO specialist lavora sul fattore “Pagina” deve ottimizzare i contenuti svolgendo diverse attività e adottando vari accorgimenti tecnici tra cui:

  • Creare contenuti di qualità: utili, pertinenti, originali e completi
  • Curare la disposizione dei testi per renderli facilmente leggibili e fruibili
  • Ricerca delle keyword più idonee da utilizzare nel testo
  • Ricerca semantica
  • Inserimento delle keyword nei “punti giusti” della pagina (tag title, H1 ecc.)

Migliora il posizionamento del tuo sito web

Fattori di ranking SEO

Oltre ai contenuti, ci sono altri fattori SEO che influiscono sul posizionamento organico di un sito web, e sono fattori sia interni al sito web (on site) che esterni (off-site) come i backlink.
Se sei curioso, questo articolo ti svelerà gli oltre 200 fattori SEO; qui invece ci limiteremo a parlare solamente dei principali, visto l’argomento molto complesso e ricco di sfaccettature.

  • Velocità: La velocità di caricamento di un sito web è uno dei più importanti fattori di ranking, in quanto impatta sull’esperienza dell’utente e quindi sul tasso di conversione.
  • Tempo di permanenza: misura quanto un utente resta mediamente su una pagina web. Se il valore è molto basso, e cioè l’utente resta solo pochi secondi all’interno della pagina, significa che c’è un problema: potrebbe essere che non ha trovato ciò che cercava, oppure la pagina è difficile da consultare. Un tempo di permanenza alto, invece, indica che la pagina è risultata pertinente alla ricerca, e che la navigazione è fluida e semplice.
  • CTR: il CTR (click-through rate) organico è il rapporto tra il numero di click sulla pagina e le sue impressions (numero di volte in cui la pagina è stata vista in SERP dagli utenti). Se il CTR è alto significa che lo snippet (box che riassume il contenuto di una pagina) ha risposto alla query (richiesta) dell’utente.
  • Frequenza di rimbalzo: indica la percentuale di utenti che si fermano a navigare solo la pagina del sito web in cui sono atterrati, senza interagire con il sito e quindi senza esplorare le altre pagine.
    È un dato che va contestualizzato per leggerlo correttamente, ma il più delle volte un’alta frequenza di rimbalzo è indice di problemi (banalmente la lentezza di caricamento del sito).
  • Usabilità sui dispositivi mobili: I dispositivi mobili (smartphone e tablet) sono diventati lo strumento più utilizzato dagli utenti per le loro ricerche in rete. Per questo è importante garantire una navigazione ottimale anche da questi dispositivi, realizzando una versione del sito user-friendly. Questo significa impostare un design che renda la navigazione semplice, con contenuti facili da leggere e pulsanti “a misura di pollice”.
  • Sicurezza: Un sito web dovrebbe essere, ovviamente, privo di software dannosi e garantire una navigazione sicura che protegga gli utenti da download indesiderati, phishing, contenuti ingannevoli, ecc.
  • Utilizzo di HTTPS. Google non considera sicuri i siti che utilizzano il protocollo di comunicazione internet HTTP. È necessario utilizzare un protocollo HTTPS che, essendo protetto da SSL/TLS, impedisce che vengano rubati o modificati i dati inviati tra l’utente e il server.
  • Esperienza pubblicitaria. Pubblicità invadenti, come pop-up o banner, potrebbero creare qualche problema. Google, infatti, chiede che i contenuti non vengano oscurati da pubblicità. In alcuni casi pop up e banner sono consentiti ma Google ha definito delle linee guida alle quali è meglio attenersi se si vuole preservare una buona esperienza di navigazione e una buona indicizzazione del sito.
  • User Experience: Google sta dando sempre di più importanza all’esperienza di navigazione dell’utente, tant’è che oggi è impensabile ragionare sul SEO marketing senza tener conto della user experience.

Posizionamento SEO, come "ragiona" Google

Come fa Google a raccogliere tutti questi dati? Per capire meglio i fattori di ranking, è utile capire come “ragiona” il motore di ricerca e come analizza le pagine web.

Google segue 3 fasi per fornire delle risposte alla query dell’utente:

1-Scansione

Google utilizza dei particolari software (crawler) che scansionano e analizzano regolarmente il web e gli elementi presenti nelle pagine dei siti internet come testi, immagini e video. In questa prima fase cerca semplicemente di capire quali pagine esistono sul web. Google svolge questa attività di ricerca regolarmente e costantemente per mantenere sempre aggiornato il suo archivio di dati.

2-Indicizzazione

Dopo aver eseguito la scansione, Google prova a capire meglio di che cosa trattano le pagine, analizzando i contenuti testuali, i tag e registrando anche dati come il paese e la lingua della pagina, la sua usabilità e così via. Per ogni fattore di ranking di ogni pagina analizzata, Google attribuisce un punteggio . 

3-Pubblicazione dei risultati di ricerca

Nel momento in cui l’utente fa una ricerca su Google, il motore di ricerca gli fornisce informazioni pertinenti alla sua query. Come decide Google in che ordine restituire i risultati? Semplice, nelle prime posizioni della SERP inserisce le pagine che hanno ottenuto i punteggi più alti.

SEO marketing: perché è importante il posizionamento organico?

L’argomento SEO è davvero molto complesso, inoltre si tratta di una disciplina soggetta a continue evoluzioni e aggiornamenti. Mantenere nel tempo una pagina in testa ad una SERP non è un’operazione semplice. Detto questo, è innegabile che l’ottimizzazione SEO di un sito web sia un investimento fruttuoso.
Una pagina posizionata in modo organico, infatti, ha come principale vantaggio quello di intercettare un pubblico perfettamente in target e realmente interessato che, proprio grazie alle sue ricerche, approda su una pagina rispondente ai suoi bisogni/domande. 

Nell’articolo Indicizzazione sito web: SEO o Google Ads? abbiamo visto anche un altro modo di posizionarsi in prima pagina su Google, ovvero con gli annunci pubblicitari Google Ads. 

Comparire nelle prime posizione della SERP significa visibilità, dunque traffico e… potenziali conversioni!

Migliora il posizionamento del tuo sito web

Core Web Vitals

core web vitals

Google Core Web Vitals: cosa sono?

I Core Web Vitals sono le più recenti metriche introdotte da Google per valutare l’esperienza degli utenti (user experience o UX) sui siti web. Questi parametri servono a scoprire se le persone interagiscono con le pagine di un sito in maniera semplice e appagante.

I Web Vitals di Google vanno ad aggiungersi agli altri fattori SEO (usabilità sui dispositivi mobili, protocollo HTTPS, velocità di caricamento della pagina e altri), diventando anch’essi determinanti per il posizionamento di un sito web.

Ricordiamo che Google è da anni che misura l’efficienza dei siti web. Dal 2010, ad esempio, ha cominciato a considerare la velocità come elemento per valutare la user experience. Negli anni ha affinato sempre più le sue metriche e i suoi algoritmi andando ad indagare via via nuovi aspetti. Quello di Google è un lavoro in continua evoluzione: man mano che raccoglie dei dati, si prepara a misurarne di nuovi.

Perché Google ha introdotto i Core Web Vitals?

Forse ti starai chiedendo: perché Google è così interessato a misurare e comprendere l’esperienza degli utenti online?
Perché l’obiettivo di Google è sempre stato quello di rendere la ricerca di informazioni un’esperienza semplice e soddisfacente per le persone.

In altre parole, gli utenti devono trovare velocemente risposte chiare ed esaustive alle loro domande. Questo fa sì che gli utenti continuino ad utilizzare Google come strumento per le loro ricerche in rete. Pertanto, Google premia i siti web più performanti ponendoli in cima ai risultati di ricerca.

seo

Solo per fare un esempio, consideriamo il fattore velocità: immaginiamo un sito web ricco di contenuti utili ma lento a caricare. Questa lentezza causerà l’uscita dal sito da parte degli utenti perché le persone vogliono trovare risposte velocemente, non sono disposte ad aspettare a lungo che la pagina si carichi. 

La loro pazienza non va, in media, oltre i 3 secondi; superare questo limite significa perdere molto traffico. Questo si traduce poi in un problema per il proprietario del sito, ma anche per Google che interpreta la ripetuta azione degli utenti (abbandono del sito) come un segnale negativo che gli indica che quel sito non è utile, e quindi non meritevole di trovarsi tra i primi risultati di ricerca.

In definitiva, Google vuole aiutare le persone che si rivolgono alla sua piattaforma per trovare informazioni. I siti web che danno una risposta chiara, rapida e che offrono una navigazione semplice e intuitiva saranno considerati i migliori.

Ora che abbiamo ricordato quali sono gli obiettivi di Google, entriamo nel vivo dell’articolo e scopriamo quali sono i web vitals.

Migliora il posizionamento del tuo sito web

Web vitals: quali sono?

I Core web vitals, attualmente, sono 3:

1) LCP: misura la velocità di caricamento del contenuto principale della pagina. Questo parametro (Largest Contentful Paint) indica quanto tempo impiega l’elemento più grande della pagina (può essere un’immagine oppure un video) a caricarsi sul display dell’utente (sia su desktop che su dispositivi mobili!). 

Più aumenta il tempo di caricamento, superando i 2,5 secondi entro i quali la velocità è considerata buona, e più aumenta la possibilità che l’utente abbandoni il sito. Questo si traduce in un’alta frequenza di rimbalzo e, conseguentemente, in un basso tasso di conversione. Ancora una volta, Google ci ricorda che la velocità di caricamento è un aspetto fondamentale; se trascurata rischia di minare ogni strategia SEO in atto.

2) FID sta per First Input Delay e misura il tempo che passa tra la prima interazione dell’utente sul sito (es.click su un bottone o il click su un link) e la risposta del browser a quell’azione. Buone tempistiche sono quelle entro i 100 millisecondi, superati i quali cresce la tendenza delle persone ad abbandonare la pagina, e se si superano i 300ms si rischiano vere e proprie penalizzazioni.

3) CLS: misura la stabilità visiva della pagina. Immaginate di voler cliccare su un elemento di una pagina web, ad esempio un bottone, ed improvvisamente questo si sposta e vi fa cliccare su un elemento che a voi non interessava. L’esperienza di navigazione non sarà certo positiva e questo Google lo sa. Ecco perché ha introdotto il Cumulative Layout Shift, che misura quanto una pagina web è graficamente e visivamente stabile. Se ci sono elementi del layout (testi, box, immagini) che si muovono in maniera imprevista e indesiderata, verrà attribuito un punteggio basso al CLS.

I web vitals, come abbiamo detto all’inizio di questo articolo, non saranno gli unici fattori a influenzare il ranking, semplicemente si aggiungeranno a quelli utilizzati finora da Google.
Google continuerà a valutare come elemento primario i contenuti, premiando le pagine con le informazioni più interessanti e pertinenti.
Ma, tra due siti con contenuti di pari qualità, sarà l’esperienza utente a fare la differenza sul posizionamento della pagina nei risultati di ricerca.

I Core Web Vitals sono un’ottima occasione per migliorare le performance del proprio sito sia a livello di SEO che di UX.

Per misurare i Core Web Vitals si può utilizzare questo tool gratuito. Una volta individuati i problemi, il consiglio è di rivolgersi ad un professionista in grado di intervenire sulle problematiche per non perdere traffico e opportunità di conversione.

Vuoi migliorare la salute del tuo sito?

Indicizzazione sito web

Indicizzazione sito web

Quando viene realizzato un sito web, è importante lavorare anche sulla sua visibilità, rendendolo  facilmente “trovabile” dagli utenti.

Un sito web in cima alla lista dei risultati di Google (motore di ricerca utilizzato dal 90% delle persone) riceverà, infatti, un sacco di visite; moltiplicando conseguentemente le possibilità di conversione (= vendita nel caso di un e-commerce, prenotazione nel caso di un hotel e così via).

Insomma, per essere trovati online non è sufficiente avere un sito web, ma esso
va sostenuto e promosso da
strategie di marketing. Le strategie per la promozione di siti web possono essere a pagamento (SEA) e non (SEO).

Come vedremo in quest’articolo, SEA e SEO non differiscono fra loro solamente per questo criterio di natura economica; ma anche per altri aspetti (tempi di realizzazione e di ottenimento dei risultati). Prima di presentare le loro differenze, però, facciamo chiarezza su questi termini.

  • SEA, sta per Search Engine Advertising e consiste nella creazione di annunci a
    pagamento sui motori di ricerca per pubblicizzare le pagine di siti web.
    Lo strumento più utilizzato è Google Ads, con gli annunci “Search”.
  • SEO, Search Engine Optimization, è un insieme di tecniche che intervengono
    direttamente sul sito web
    , migliorandone alcuni aspetti (i fattori di ranking quali parole chiave, struttura, contenuti, link, tag e altri) utili ai fini di posizionamento sui motori di ricerca.

Se poi vogliamo divertirci ancora un po’ con gli acronimi, possiamo aggiungere che:

SEO e SEA fanno entrambi parte del SEM (Search Engine Marketing) che, appunto, è l’insieme di tutte le attività di marketing che migliorano la visibilità di un sito web nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca.

Voglio precisare che non c’è una tecnica migliore dell’altra ma tutto dipende dagli obiettivi, dal tempo e dal budget a disposizione, e non è detto che le due strategie non possano coesistere. 

Ora vedremo di fare chiarezza su i pro e i contro di SEO e SEA.

Hai bisogno di aumentare la visibilità del tuo sito web?

Caratteristiche SEO

Come abbiamo accennato prima, la SEO è un insieme di tecniche per costruire un sito
web in grado di attirare visite in modo naturale; senza, cioè, ricorrere ad annunci a pagamento. La SEO intercetta le domande degli utenti (query) e interviene realizzando contenuti utili e pertinenti.

Questo tipo di lavoro, incentrato sul dare le risposte agli utenti, viene premiato dagli utenti stessi ma anche da Google, che aumenta la visibilità di quei contenuti all’interno delle pagine di ricerca.

Anche se uno degli aspetti più noti della SEO è la ricerca e lo studio delle migliori keywords (le parole chiave che utilizzano gli utenti nelle loro ricerche online) , ci sono tantissimi altri aspetti soggetti ad ottimizzazione, come:

  • La struttura del sito e del menu di navigazione
  • I contenuti testuali
  • I link interni al sito e i backlink (link provenienti da siti esterni)
  • L’usabilità del sito
  • L’accessibilità delle informazioni
  • Le immagini e video
  • La user experience

Ciascuno di questi fattori contribuisce a migliorare il posizionamento del sito all’interno delle pagine di ricerca di Google. 

sea e seo

PRO della SEO

  • Il sito compare nei risultati di ricerca gratuitamente: ossia, con il posizionamento organico non si pagano i click ricevuti. Se un utente, nelle sue ricerche, trova il tuo sito web e ci clicca sopra, non ti viene addebitata alcuna spesa, poiché il sito è stato posizionato in maniera “naturale”. 
  • Risultati stabili nel tempo: una volta raggiunto un buon posizionamento del sito tramite la SEO, questa visibilità sarà stabile nel tempo mantenendo i risultati nel lungo periodo. Lungo periodo non significa, però, “per sempre”: saranno, infatti, necessari attività di monitoraggio e aggiustamenti nel tempo poiché gli algoritmi di Google sono in continua evoluzione.
  • Migliora l’autorevolezza dell’azienda/brand: secondo alcune analisi, gli utenti si fidano molto di più dei risultati naturali rispetto agli annunci. Sembra, infatti, che i risultati organici vengano cliccati 8.5 volte in più degli annunci a pagamento. Questo probabilmente perché le persone hanno imparato ad individuare gli spazi pubblicitari e li ignorano, reputandoli meno attendibili.

CONTRO della SEO

  • Ci vuole tempo per vedere i risultati: per applicare le strategie SEO serve tempo, così come vedere i risultati. Per chi ha fretta o deve promuovere un sito in un preciso periodo (pensiamo alla necessità di mostrare una landing page con l’offerta last minute di un servizio o prodotto, oppure la promozione di un evento imminente) la Seo non è la strada
    giusta.
  • Il posizionamento non è assicurato: le attività SEO sono talmente complesse e dipendono da così tanti fattori che non è possibile garantire il miglior posizionamento organico. Bisogna far fronte, ad esempio, ai tantissimi competitor, magari presenti sul web da più tempo.

Hai bisogno di aumentare la visibilità del tuo sito web?

Caratteristiche SEA 

Come dicevamo, la SEA è a pagamento: le campagne pubblicitarie Google Ads, infatti, sono in modalità Pay-per-Click (PPC): si paga una determinata cifra per ogni click che gli utenti fanno sull’ annuncio. 

Per rendere una campagna Ads davvero efficace sono necessarie delle operazioni
quali: scelta del target, analisi, sviluppo e monitoraggio della campagna per ottenere il massimo ROI (Return on Investment), ovvero ottenere i miglior risultato con il minimo investimento.

Insomma: le campagne Google Ads sono sicuramente meno complicate da predisporre rispetto gli interventi SEO, ma non funzionano in maniera completamente automatica; in altre parole non è sufficiente pagare e lasciare che Google Ads faccia da sé, ma vanno predisposte e monitorate da personale competente.

google

PRO della SEA

  • Risultati immediati: una volta impostata la campagna pubblicitaria, l’annuncio comparirà subito nei risultati di ricerca. E questo è il punto forte di Google Ads, ideale per le nuove aziende che devono farsi conoscere o per i siti web freschi di realizzazione e che desiderano traffico immediato.
  • Scelta del budget: con Ads si ha il pieno controllo del budget: le campagne, infatti, hanno un costo variabile e si può decidere liberamente il costo di ogni click. Certo, bisogna fare attenzione a non scegliere budget troppo bassi, altrimenti non si comparirà tra i primi annunci.
  • Modificare gli annunci in tempo reale: uno dei vantaggi di Google Ads è la possibilità di monitorare costantemente l’andamento delle campagne pubblicitarie e, di conseguenza, migliorarle strada facendo intercettando il pubblico più adatto.

CONTRO della SEA

  • Visibilità sempre legata al budget: quando il budget giornaliero impostato è terminato, il sito web smette di comparire tra i risultati di ricerca.
  • Alta competitività: Se si ha a disposizione un budget ridotto, si rischia di rimanere sopraffatti dai competitor che investono di più.

Riassumendo, potremo dire che la SEO è un vero e proprio investimento per chi desidera dare una visibilità stabile al sito e non dipendere dai costi per click. Inoltre è preferibile se si vuole migliorare la percezione del brand e rendere più autorevole l’azienda. In ogni caso va bene solo per chi non ha fretta.

Viceversa, la SEA- e quindi Google Ads – va bene per promuovere velocemente un sito e portare traffico immediato senza troppe preoccupazioni per il domani.

Hai bisogno di aumentare la visibilità del tuo sito web?